IL MATTINO
L'evento
31.03.2018 - 21:17
La rappresentazione vivente si fregia dell’adesione al progetto “prospettiva Unesco” per la promozione e la valorizzazione delle Passioni di Cristo in Italia e in Europa, con il sostegno oltre che del Comune, della Regione Basilicata e dell’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) che in Lucania è molto attiva, grazie all’impegno instancabile del suo presidente Rocco Franciosa.
Sin dalle prime edizioni, i personaggi del Venerdì Santo sono stati riadattati dalla tradizione popolare. Sono presenti nel corteo tre figure del Cristo: quella con la croce e due con la canna e la colonna, volte a ricordare i momenti in cui a Gesù fu data una canna (“Ecce homo”) come scettro e quando il Salvatore fu legato ad una colonna per essere fustigato. In origine le tre figure del Cristo sfilavano coperte, erano avvolte da un sudario bianco che impediva di riconoscere gli interpreti. Dagli anni ’40 del secolo scorso, la figura del “Cristo con la croce” sfila scoperta: cammina scalzo per l’intero percorso (circa 4 chilometri), trasporta una pesante croce e trascina una catena di ferro. Sono tuttora incappucciati il “Cristo con canna” e quello con la “colonna”. Di grande interesse anche la figura di Maria Addolorata, Zingara (secondo la tradizione paesana, è quella che fornì i chiodi rudemente forgiati per la crocifissione), Moro (un personaggio di contrasto a quello pagano) e Malco (legato da funi con le quali si batte e con scarpe grosse, calzate a rovescio come cilicio, è l’uomo che avendo schiaffeggiato Gesù sarà condannato a non trovare pace in eterno).
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