IL MATTINO
Dieci anni di Incontri ExtraVaganti al Lanza-Perugini
26.10.2017 - 16:38
Cicerale: «Anno di anniversari e celebrazioni questo 2017-2018 al Liceo classico ‘V. Lanza’: è con una punta di orgoglio che affermo che siamo giunti alla decima edizione degli ‘Incontri Extravaganti’, hanno proposto in questi anni non solo agli studenti, ma all’intera città, scrittori contemporanei, nella convinzione che la lettura sia un atto di libertà, di emancipazione, di crescita personale».
Cos’è un maestro? «Nella mia vita ho avuto tanti maestri. Mi piace tuttavia ricordare un episodio in particolare: da studente mi fermavo spesso presso la bottega di un artigiano 90enne che aggiustava biciclette, ogni volta che gli portavo la mia, mi declamava a memoria un canto di Dante. Un vero e proprio piccolo spettacolo privato, solo per me. Uno dei miei maestri è stato lui: Ettore» così Francesco Carofiglio apre la rassegna 2017/2018 degli “Incontri ExtraVaganti” del Liceo classico Lanza di Foggia, che per il decimo anno di fila continua a proporre agli studenti e alla città la lettura, quella con la L maiuscola, degli autori contemporanei. Nella mattina di oggi, Francesco Carofiglio, scrittore, architetto e regista (fratello del magistrato Gianrico), nell’aula magna ‘Scillitani’, ha incontrato - insieme al dirigente scolastico, il prof. Giuseppe Trecca, e alla prof.ssa Mariolina Cicerale - il pubblico degli studenti del liceo ed è stato intervistato da loro. Eh già, perché per il decennale gli Incontri ExtraVaganti hanno cambiato ‘habitus’, propendendo per una maggiore partecipazione degli studenti del liceo, che – al posto del consueto critico/intervistatore – hanno relazionato sul libro che avevano letto, guidati dalla prof.ssa Cicerale, promotrice e organizzatrice da 10 anni degli eventi. Cosa si cela dietro il titolo “Il maestro”? A detta del suo autore «non c’è nessun messaggio recondito che voglio trasferire. Scrivere per me è raccontare una storia, se esiste un messaggio, sarà patrimonio esclusivo di chi legge. Mi piace che, così come a me capita, i lettori si perdano nella storia». Da una parte abbiamo un personaggio, Corrado Lazzari, considerato il più grande attore del Novecento, che, una volta abbandonate le scene, non riesce a trovare un senso alla sua vita; dall’altra una giovane donna, Alessandra, desiderosa di apprendere. Lui il più grande interprete dell’Amleto, lei ha dedicato la sua tesi al teatro elisabettiano: galeotto fu Shakespeare; al punto che da poco accogliente e ritroso che era, Corrado percepisce che il suo tempo sta ormai per scadere e decide che Alessandra diverrà il suo ultimo pubblico. Come ha sottolineato Carofiglio, citando un detto zen: «Quando l’allievo è pronto, il maestro appare». Un libro, quello di Francesco Carofiglio, che è una vera e propria celebrazione della parola, del detto e non detto, della solitudine quale valore grande tanto quanto l’amore e l’amicizia, della memoria e del lascito di sé. Tra le anticipazioni Carofiglio ha annunciato in anteprima assoluta al Lanza di Foggia che intende far diventare il suo romanzo un’opera teatrale: «In realtà il romanzo nasce da una pièce teatrale, circa dieci anni fa, che avrebbe dovuto interpretare Giorgio Albertazzi; ma poi il progetto sfumò… al momento vorrei riportarlo a teatro, la sceneggiatura è già scritta, ma sarà una forma di teatro narrativo. Mi manca solo l’attrice, per cui apriremo il casting a dicembre»; cosa aspettare dunque? Tornando alla nostra domanda iniziale: cos’è un maestro? «Un maestro non deve essere necessariamente una persona, può essere un libro, una musica, etc, non è necessario che abbia un volto. Poiché non è tanto importante sapere chi era Shakespeare quanto che l’Amleto c’è. – ha concluso l’autore, che stasera incontrerà nuovamente i lettori da Ubik – Se qualcuno dopo aver letto il mio libro decide di leggere Amleto, allora una piccola missione sarà stata assolta».
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