IL MATTINO
Fede
29.04.2023 - 22:32
POTENZA- «Vi ho chiamati amici». È questo il titolo degli appunti autobiografici che Monsignor Francescantonio Nolè, arcivescovo scomparso lo scorso 15 settembre, ha lasciato sul suo pc. Ed era proprio così che lui vedeva le persone che lo circondavano. E aveva ragione. Dalla sua prematura scomparsa non sono mancate attestazioni di stima, affetto e testimonianze dello spessore spirituale del vescovo francescano da parte di quanti lo hanno conosciuto o hanno avuto l'opportunità di ascoltarlo. Oggi pomeriggio una delegazione di circa 60 persone da Cosenza, la sua ultima arcidiocesi (Cosenza-Bisignano), ha intrapreso un pellegrinaggio nei luoghi di monsignor Nolè, volendo visitarne la tomba, per volontà dell'arcivescovo Salvatore Ligorio collocata in una cappella della cattedrale di Potenza. L'arcivescovo Ligorio, dopo l'accoglienza, ha salutato il gruppo che si è trattenuto per la funzione in memoria di Nolè celebrata dal parroco della cattedrale di Cosenza don Luca Perri. La delegazione cosentina ha quindi raggiunto Borgo Giuliano. Monsignor Nolè, dicono con un sorriso, non mancava mai di parlare con dolcezza e un pizzico di nostalgia del piccolo borgo lucano, dove risiede tutta la sua famiglia e dove non mancava mai di ritornare per passeggiare nella natura e trascorrere del tempo con i suoi cari. Dopo la visita dei luoghi, il coro della Parrocchia Santa Maria Assunta della Cattedrale di Cosenza ha tenuto un concerto spirituale dal titolo "Rassegna di canti sacri in memoria di monsignor Nolè". Direttore del concerto è stato il vice parroco don Pasquale Panaro, segretario personale e amico di monsignor Nolè, nonché creativo musicista. Il coro ha con grande professionalità eseguito alcuni brani a cappella, altri accompagnati dall'organo di Mario Gaudio e dal flauto di Donatella Gallo. Il repertorio ha spaziato da Frisina a Bach e ha incluso anche arrangiamenti originali di don Panaro, di brani della tradizione, come il gregoriano Stella Coeli. I brani sono stati intervallati da video con brevi e significativi interventi di monsignor Nolè sulla scelta di farsi frate francescano e sull'importanza del dono della vita e da testimonianze e vivi ricordi di episodi vissuti con il prelato. Alla fine del concerto molto significativo e commovente è stato il dono dell'icona della Madonna del Pilerio (patrona della città di Cosenza e molto venerata in Calabria) da parte del parroco don Luca Perri alla chiesa del Borgo, ricevuto da don Cataldo Ferrarese, che ha assicurato una collocazione nella chiesa di Maria Santissima Ausiliatrice e anche il dono di due casule che Nolè indossava sempre e che avrebbe voluto donare, una volta in pensione, al suo Borgo natio per lasciare una traccia del suo episcopato. Sulle due casule è stato ricamato lo stemma che Nolè aveva fatto realizzare (la mano di san Francesco che incrocia quella di Gesù crocifisso, sormontate da due stelle che rappresentano la Madre terrena e quella celeste, sullo sfondo le montagne e il mare della Basilicata) con il suo motto «In simplicitate et Laetitia». Ecco, è proprio questo lo spirito con cui i numerosi presenti hanno vissuto queste ore, tra sorrisi, riflessioni e qualche lacrima.
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