IL MATTINO
San Gerardo 2020
29.05.2020 - 18:30
Una antica tradizione potentina vedeva la realizzazione di fasci di canne che venivano portati in dono a San Gerardo, protettore di Potenza. Dal 2009 la iaccara rivive ogni 29 maggio in una nuova veste: durante le celebrazioni della festa patronale i potentini elevano un fascio di canne pesante circa una tonnellata, lungo dodici metri portato a spalla da 30 uomini in onore del santo. Neanche il terribile sisma del 1980 che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale fermò la storica Parata dei Turchi di Potenza, manifestazione capace di coinvolgere tantissime generazioni al suo interno. Più di 1.500 i figuranti, tre i quadri e tre le rievocazioni storiche rappresentate: il XIX, il XVI e il XII secolo. Il XIX secolo da qualche anno è rappresentato proprio dalla iaccara che finisce il suo percorso in piazza Sedile, dove stremati i suoi portatori la issano a braccia e vedono compiere la sua accensione. I portatori della iaccara indossano gli abiti storici tipici dei popolani del 1800, essi rappresentano infatti contadini, artigiani, pastori e soprattutto braccianti: il popolo che col sudore e la fatica omaggia San Gerardo. Le operazioni di trasporto e innalzamento vengono coordinate dal capo iaccara, il più esperto del gruppo. Rocco Fornarino, è capo iaccara dal 2016. Il 29 maggio è il giorno forse più lungo per Potenza, i grandi festeggiamenti mancati di quest’anno fanno nascere in lui e in tutti gli affezionati figuranti un sentimento profondo di tristezza. I portatori della iaccara hanno però mantenuto la promessa fatta a Donato ed Agostino: la tradizione durerà per sempre. Anche in tempo di pandemia il gruppo ha infatti realizzato una piccola iaccara di quattro metri, un simboli di speranza in questo tempo così complicato.
La tradizione della iaccara è tornata ad essere uno dei fulcri della festa di San Gerardo. Cosa rappresenta la iaccara per i potentini?
«Abbiamo cercato insieme al professore Gerardo Viggiano di recuperare le tradizioni raccontate da Raffele Riviello, egli fa riferimento a queste iacchere votive realizzate per lo più dai popolani e che venivano accese alle varie porte di Potenza. Una tradizione che si era fermata per quasi 200 anni. Questa usanza preannunciava l’imminente arrivo della festa. Imago Historiae è una associazione che si occupa di rievocazioni storiche, nel 2009 il professor Viggiano ci propose di recuperare questa tradizione. Piano piano il gruppo dei portatori della iaccara è cresciuto sempre di più coinvolgendo numerosi appassionati e devoti».
Uno sforzo importante quello di sollevare un fascio di canne pesante una tonnellata, lungo 12 metri da trasportare fino a piazza Sedile.
«Fare una iaccara di 12 metri non è cosa facile, comporta una preparazione di alcune settimane: bisogna andare a raccogliere le canne, "affasciarle". Abbiamo coinvolto anche i ragazzi del rugby, ed oggi i portatori della iaccara sono circa 60, 40 portatori e cinque coordinatori. Nel gruppo c’è un nutrito numero di ragazze che ci accompagna con i canti e ci aiuta con il trasporto delle bevande per i portatori».
Quest’anno un San Gerardo amaro, senza la sua parata. Quali sono le sensazioni che provate in questo momento?
«Avevamo già raccolto e tagliato le canne. Il Coronavirus ci ha bloccato e con rammarico ci siamo dovuti fermare, abbiamo però avuto l’opportunità di fare una piccola iaccara di quattro metri che verrà utilizzata come simbolo in questa festività. Questa piccola realizzazione ci ha regalato una grande gioia, con tanta soddisfazione. Siamo stati insieme nella sua preparazione una settimana e questo ci ha riportato un po' quell’aria di festa che tanto manca. Insieme ad Agostino e a Donato ci eravamo ripromessi di rispettare la tradizione per sempre. Nemmeno il Covid ci ha fermato».
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