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"Il Maggio" di Accettura non si farà. Una perdita devastante in termini economici e sociali. L’intervista al sindaco Vespe

«Rappresenta in pieno l’essenza della nostra comunità. Solo un qualcosa di estremamente forte avrebbe potuto bloccare una festa così sentita, con più di 15mila visitatori all’anno»

I riti si estendono anche oltre Regione con Alessandria del Carretto, in Calabria. Migliaia i turisti coinvolti, un business elevato per le attività del posto, una perdita sociale ed economica difficilmente stimabile. Eccovi, insieme all'intervista, uno straordinario documentario che ripercorre e spiega una delle tradizioni antropologicamente più importanti del Sud

La storia del “Maggio” di Accettura, in provincia di Matera, si perde nella notte dei tempi, sin dall’antichità il culto arboreo sigla una sorta di patto con l’uomo che, anno dopo anno, rafforza il legame trasmettendolo alle generazioni future. Una tradizione suggestiva, ininterrotta, che continua ad essere coltivata dalle popolazioni lucane, riuscendo a sopravvivere ai tumulti scoppiati nelle tante epoche, fermandosi solo per il secondo conflitto mondiale e per l’arrivo della pandemia di Coronavirus. I luoghi interessati al culto arboreo sono otto: Castelmezzano, Pietrapertosa, Castelsaraceno, Viggianello, Terranova del Pollino, Rotonda, Oliveto Lucano e Accettura.

I riti si estendono anche oltre Regione con Alessandria del Carretto, in Calabria. Migliaia i turisti coinvolti, un business elevato per le attività del posto, una perdita sociale ed economica difficilmente stimabile. Il primo cittadino di Accettura, Alfonso Vespe ha raccontato, in una intervista rilasciata al Mattino, le emozioni e le problematiche di questa primavera che passerà senza uno dei suoi eventi di punta.

"Il Maggio” di Accettura non si farà. La prima volta questa dopo lo stop avvenuto durante la Seconda guerra mondiale. Una scelta doverosa.

«Si, come diceva è la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale, persino nel 1980, anno del terremoto, "il Maggio” non si è fermato. Una scelta doverosa, e obbligata. Per noi la festa del “Maggio” rappresenta in pieno l’essenza della nostra comunità, la nostra identità. Solo un qualcosa di estremamente forte avrebbe potuto bloccare una festa così sentita. Per noi è una costrizione, ma non si poteva fare altrimenti».

Una manifestazione davvero sentita non solo nella zona di Accettura. È possibile quantificare il volume dell’evento ed in particolare le perdite in termini economici e sociali?

«È devastante. La nostra comunità vive di terziario, ci sono diverse attività che grazie a questa occasione riescono ad avere degli introiti importanti. Un crack in termini sociali, noi adesso non ce ne rendiamo conto e mi auguro che le cose possano andare meglio, io sono molto scettico. Questo ammanco è duro, non so cosa vedere nel domani».

Di cosa ha bisogno il terzo settore in questo momento?

«Gli italiani hanno bisogno di aiuto concreto, le misure che stanno proponendo in questi giorni sono importanti ma non esaurienti. Vorrei solo far riflettere sulla sopravvivenza di una attività che vive di turismo, un bar, un ristorante, un bed and breakfast, un punto informazioni, un hotel, le imprese sociali. Tutto il comparto è chiuso da 60 giorni e forse riaprirà fra un mese con misure di sicurezza proibitive, che limiteranno il flusso dei turisti e non garantiranno il mantenimento. Bisogna fare degli interventi consistenti a sostegno di queste strutture».

Essendo molto contestualizzata nel periodo primaverile è impensabile posticiparla, qualora la situazione si evolvesse, in estate?

«Il comitato feste, l’ente organizzatore e noi dell’amministrazione comunale in una riunione, di comune accordo, abbiamo dovuto prendere questa dolorosa decisione di rimandare al prossimo anno. Organizzare una festa del genere prevede un dispendio notevole di forze e di risorse economiche che sono frutto di donazioni dei nostri cittadini, in questo momento così complicato è impensabile fare una richiesta del genere. Al momento non potremmo garantire nemmeno la distanza prevista, si parla di decine di migliaia di persone».

Quanti turisti giungono nei boschi di Accettura?

«La stima dello scorso anno conta circa 15mila turisti».

Cosa rappresenta il “Maggio” per la sua comunità?

«Abbiamo costituito la Rete dei riti arborei con altri otto comuni, il paese capofila è Accettura, tutti hanno deciso di annullare la festa quest’anno. È una situazione davvero paradossale. Per noi "il Maggio” rappresenta la fertilità, l’accoglienza, la gioia. I significati della nostra festa sono molteplici, il senso di comunità, il rispetto, l’affetto e l’aiuto reciproco. Per noi il culto dell’albero è un insieme di emozioni, il simbolo del “matrimonio arboreo” è tutto questo».

 

 

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