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L'anniversario onorato solo dal primo cittadino

Sul ricordo di Panunzio solo chiacchiere e distintivo

All’inaugurazione dei locali dell’associazione in sua memoria, ceduti in comodato d’uso dal Comune di Foggia nella sede della Circoscrizione di via Galliani, oltre al sindaco Franco Landella, a due assessori e ad un consigliere comunale di Forza Italia, non c’era praticamente nessuno

La stessa scena si è ripetuta poco dopo in piazza Giovanni Panunzio, nei pressi del parcheggio Zuretti, dove è stata deposta una corona di fiori in memoria dell’imprenditore ucciso dalla mafia. Assenti Camera di Commercio, Confindustria, ANCE (Associazione costruttori edili)

Nella giornata in cui è nata una nuova associazione che si occuperà della lotta al racket, voluta dai familiari di Giovanni Panunzio (l’imprenditore morto ammazzato nel 1992 per essersi rifiutato di pagare due miliardi di lire alla malavita locale), la città risponde in modo freddo e quasi distaccato. All’inaugurazione dei locali dell’associazione, ceduti in comodato d’uso dal Comune di Foggia nella sede della Circoscrizione di via Galliani, oltre al sindaco Franco Landella, a due assessori e ad un consigliere comunale di Forza Italia, non c’era praticamente nessuno. La stessa scena si è ripetuta poco dopo in piazza Giovanni Panunzio, nei pressi del parcheggio Zuretti, dove è stata deposta una corona di fiori in memoria dell’imprenditore ucciso dalla mafia. Le uniche presenze istituzionali che si sono viste al convegno svolto poco dopo a Palazzo Dogana sono state quelle del Prefetto e del Questore. Non sono passate inosservate, però, le assenze della Camera di Commercio, della Confindustria e dell’ANCE, l’Associazione Nazionale dei Costruttori edili. Eppure sia gli imprenditori che i commercianti sono la parte maggiormente colpita dal racket delle estorsioni, che resta una delle attività illecite ancora molto utilizzata dalla Società foggiana, che colpisce indistintamente costruttori, commercianti, negozianti ed imprenditori. Un’assenza che ai più è sfuggita, ma che mostra come questo territorio sia spaccato anche su temi così delicati come la sicurezza e la legalità. Sintomo evidente di una città che non riesce a fare squadra. In queste condizioni la malavita potrebbe avere vita facile e continuare a taglieggiare numerose attività imprenditoriali e commerciali, a piazzare bombe e a condizionare ancora la vita economica e sociale del capoluogo dauno. Fortunatamente non sono mancati i ragazzi delle scuole foggiane ad ascoltare i racconti di chi si è trovato, suo malgrado, a combattere la mafia, nella speranza che le giovani generazioni sappiano fare di più e meglio contro una delle peggiori piaghe che da decenni caratterizza negativamente Foggia e la Capitanata.

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