IL MATTINO
regionali in basilicata
11.04.2024 - 16:02
Livio Valvano
Al momento il mio certificato del casellario giudiziale è 'nullo' e tale resterà in futuro. Esprimo stupore per l'esistenza di questa barbara procedura del codice di autoregolamentazione parlamentare che fa strame dei principi costituzionali". Lo ha scritto, in una nota, Livio Valvano (Avs-Si-Psi), uno dei cinque candidati al Consiglio regionale della Basilicata ritenuti "impresentabili" dalla Commissione parlamentare Antimafia. Valvano - segretario regionale lucano del Psi ed ex sindaco di Melfi (Potenza), dal 2011 al 2021 - ha messo in evidenza che non c'è "nessuna condanna per i fatti in giudizio, anzi, c'è una sentenza della Cassazione dell'11 giugno del 2015, n. 31351, sezione n.6, che afferma l'inesistenza a mio carico anche dei soli indizi, l'assenza di reati e, addirittura, l'obbligo morale di conferire un encomio al sindaco che, nelle circostanze contestate, si sarebbe speso solamente nell'interesse della comunità amministrata". "Si tratta", ha specificato Valvano "di fatti risalenti al 2013, come ben sanno i cittadini di Melfi che mi hanno rieletto sindaco alle elezioni del 2016, riguardanti contestazioni di 'concorso' (per la serie: non poteva non sapere) per presunte irregolarità amministrative, approfondite anche dal Ministero dell'Interno con la Commissione di Accesso nominata dall'allora Ministro leghista Salvini. Il lavoro della commissione di accesso portò all'archiviazione del procedimento di inchiesta per tutto il corpo politico, sindaco compreso, con il decreto del 28 dicembre 2020. Si tratta - ha concluso il candidato al Consiglio regionale - di fisiologiche attività e pesi da sopportare per tutti coloro che fanno gli amministratori in Italia, come ben sanno i sindaci e i presidenti di Regione, gli assessori e consiglieri regionali interessati da inchieste, su cui poi l'organo giudicante farà giustizia".
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