IL MATTINO
EmotivaMente
03.02.2019 - 11:31
Opera di Fernando Zucchi (custodita da galleria piziarte.net )
Se addormentarsi equivale in qualche modo ad assentarsi dalle cose che accadono, si può comprendere come l’insonne sia molto legato a ciò che è e a ciò che fa durante il giorno. Per questo motivo, molti insonni cercano di addormentarsi accompagnati da una luce accesa o dal sottofondo di radio o televisione: per continuare a “sentire” e quindi a “essere”, cioè a sentirsi vivi.
Capita a tutti, ogni tanto, di dormire male o di passare una notte in bianco. Ma se il problema perdura oltre una settimana, c’è il rischio che si inneschi un circolo vizioso tale da renderlo cronico. In molte tradizioni, il sonno è stato paragonato a una piccola morte che avviene ogni giorno della nostra esistenza. E’ in questa analogia tra sonno e morte che si può individuare il simbolo centrale dell’insonnia, ossia la difficoltà a “morire” ogni giorno, ad accettare l’alternarsi del giorno e della notte, di cui hanno bisogno sia il corpo che la mente per potersi rinnovare. L’insonnia rappresenta quindi la difficoltà a lasciare che gli eventi della giornata trascorsa si allontanino da noi. E’ una forte resistenza a perdere momentaneamente il nostro Io, cioè il nostro stato cosciente, inteso come vigilanza e controllo sulla realtà. Se dunque addormentarsi equivale in qualche modo ad assentarsi dalle cose che accadono, si può comprendere come l’insonne sia molto legato a ciò che è e a ciò che fa durante il giorno. Per questo motivo, molti insonni cercano di addormentarsi accompagnati da una luce accesa o dal sottofondo di radio o televisione: per continuare a “sentire” e quindi a “essere”, cioè a sentirsi vivi. Sulla base di questo senso generale, ogni tipo di insonnia si presta però a una lettura diversa. La difficoltà nell’addormentamento è così il vissuto del giorno che non vuole farsi da parte. La persona, cioè, inconsciamente, non vuole fermare l’attività mentale e mettere da parte gli eventi appena trascorsi. E non vuole affidarsi neanche alle capacità rigeneranti e risolutive della notte. Come dimostrato infatti da studi recenti, durante il sonno il cervello può risolvere da solo molti problemi che ci affliggono. Il detto “dormiamoci sopra” è quindi veritiero, ma l’insonne non riesce ad abbandonarsi. E invece i risvegli notturni? Sono i contenuti profondi che emergono alla coscienza. Significa che la persona sta reprimendo, o rimandando, l’incontro con importanti temi della propria vita. I contenuti che vuole evitare sono costituiti principalmente da ansie rispetto a un appuntamento, decisioni da prendere, conflitti da risolvere, bisogni di cambiamento e fantasie rimosse di tipo sessuale, creativo, ma anche aggressivo, di vendetta o di rabbia. Il risveglio mattutino precoce è, contrariamente, l’ansia di affrontare una nuova giornata. La persona, infatti, si ritrova sveglia con la mente rivolta agli impegni della giornata che ha davanti. Di solito, chi ne soffre, presenta una vita quotidiana stressante e la giornata carica di impegni o di compiti sgradevoli. In questo caso non si tratta del prorompere dell’inconscio nella coscienza, come negli altri tipi di insonnia, ma è la coscienza stessa che interrompe il sonno. E’ il tentativo di tornare desti il prima possibile per riprendere a controllare interamente la realtà e le situazioni. In qualunque caso, è sconsigliabile l’utilizzo di psicofarmaci ipnoidi, i cosiddetti sonniferi, laddove non ci sia una precisa necessità indicata dal medico specialista. E’ importante invece mettersi in contatto con il proprio corpo ed allentare il controllo razionale attraverso, ad esempio, le tecniche di rilassamento. Ce ne sono davvero tante. Pertanto, è meglio preferire quelle sentite come piacevoli e non quelle indicate come tecnicamente giuste.
BIBLIOGRAFIA
Dizionario di Medicina Psicosomatica. Edizioni Riza S.p.A. 2012.
edizione digitale
Il Mattino di foggia